Consulenza
La consulenza psicologica è una consultazione in cui sostanzialmente si raccolgono informazioni. E’ il primo passo necessario per capire come si può affrontare la situazione e con quali aspettative.
Può essere richiesta da singoli individui, coppie e famiglie.
La consulenza psicologica è una di quelle prestazioni di cui è possibile usufruire anche da casa. Trovi le indicazioni nell’apposita sezione servizi online.
5 buoni motivi per richiedere una consulenza:
- quando si è particolarmente confusi circa quello che sta capitando e ci si sente come “bloccati”.
- quando lo stato d’animo è dominato da insoddisfazione, senso di oppressione, paura, incertezza.
- quando compaiono sintomi fisici come mal di testa, insonnia, disfunzioni sessuali, problemi digestivi, respiratori, articolari.
- quando i rapporti con gli altri diventano tormentati, insoddisfacenti, dolorosi, limitanti.
- quando gli eventi colpiscono un familiare, un figlio ecc. tanto che questi iniziano a comportarsi in maniera diversa ed esprimono direttamente uno stato di disagio.
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Come capisco se ho davvero bisogno di una consulenza?
Quando riportiamo delle ferite psicologiche, spesso non è necessario precipitarsi dallo psicologo. Il più delle volte siamo in grado autonomamente di curarci, proprio come faremmo per un taglio o una contusione. (qui ho spiegato come ognuno di noi può costruirsi un personale armadietto di pronto soccorso psicologico).
La consulenza psicologica è indicata quando:
- Per più giorni si prova uno stato di disagio, oppressione, ansia, tristezza, pianto.
Oppure frustrazione, rabbia, agitazione e irrequietezza. Può capitare di agire d’impulso (correre in auto, esplosioni di rabbia, ecc.)
- Per più ore al giorno i pensieri girano intorno a qualcosa che è accaduto o che dovrà accadere (in genere questi pensieri sono negativi e suscitano preoccupazione, paura che possa accadere qualcosa di irrimediabile, oppure sconforto e abbattimento).
- Per la maggior parte del giorno ci si sente stanchi e spossati. Quando non si ha energia. Oppure quando non si ha appetito, quando al contrario si mangia troppo e si aumenta troppo di peso. Quando compare insonnia per 2 o più notti.
Questi segnali di disagio psicosomatico sono come le spie di segnalazione della nostra auto; indicano che ci siamo imbattuti in qualcosa che il corpo fa fatica a gestire!
In questo modo posso aiutarti!
– In poco tempo raggiungerai una comprensione più accurata della problematica, riuscendo a dare un nome e un senso a ciò che ti sta succedendo;
– Acquisirai conoscenze difficilmente reperibili in altro modo, che aumenteranno il tuo senso di padronanza.
– Avrai finalmente l’occasione di un ascolto autentico e uno spazio a disposizione per dare alla tua storia la giusta importanza;
– Realizzeremo un’analisi delle risorse disponibili per favorire l’autonomia decisionale e la migliore strategia d’azione;
– Ti indicherò come normalizzare la situazione, imparerai a distanziarti emotivamente e a gestire da subito i momenti più difficili;
– Ti fornirò una risposta d’insieme chiara e comprensibile in modo che tu possa decidere in piena autonomia e con consapevolezza per il futuro;
– Analizzeremo obiettivi e desideri e pianificheremo la migliore strategia per raggiungerli nel tempo più breve;
Quali sono i motivi più frequenti per i quali viene richiesta una consulenza?
- stati di disagio e sofferenza individuale (sintomi ansiosi, relativi all’umore)
- problemi scolastici in infanzia – (specifici dell’apprendimento – di linguaggio)
- problemi di comportamento in infanzia (iperattività – difficoltà gestionali – oppositività – conflitto genitori/figli)
- conflitti familiari (genitori e figli, in adolescenza)
- conflitti di coppia
- perdita di una relazione, delusioni
- decisioni importanti
- difficoltà di inserimento sociale
- conflitti di lavoro, mobbing
- disturbi dell’alimentazione
Psicoterapia
Lo scopo di qualsiasi psicoterapia è quello di innalzare il livello di salute e costruire l’autonomia e l’indipendenza del cliente. Qui ho spiegato quali tecniche terapeutiche utilizzo più frequentemente.
In psicoterapia termini come “malattia”, “normale” e “anormale”, sono totalmente estranei e non vengono utilizzati. La priorità è arrivare in tempi brevi ad una risoluzione strategica senza concentrarsi troppo sul passato o su eventuali significati nascosti del problema.
→ piuttosto che concentrarsi sul problema, ci si concentra su cosa si desidera cambiare
→ piuttosto che concentrarsi su cosa è rimasto danneggiato a causa del problema, ci si concentra su cosa è rimasto intatto
→ piuttosto che capire il problema alla luce del passato, si lavora su come sarà il futuro senza questa difficoltà
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La terapia deve durare il meno possibile. Giusto il tempo di poter avviare un processo di cambiamento che poi sarà continuato autonomamente dal cliente.
Quale che sia il modello applicato, solitamente lavoro su più fronti:
- il lavoro sui sintomi: necessario per ridurre la sofferenza e la portata delle manifestazioni nocive (permette di stare meglio da subito e di riprendere a vivere e lavorare più serenamente).
- il lavoro sulla personalità: affronta le modalità tipiche del comportamento, gli scopi, gli schemi interpersonali, i modi ricorrenti di interpretare la realtà che spesso incidono negativamente sul livello di salute (consente cambiamenti più profondi e una crescita personale duratura).
- il contesto bio-sico-sociale (riguarda la costruzione di un modello di funzionamento personale, di gestione dello stress e di uno stile di vita globale, in grado di garantire una maggiore qualità della vita).
Cosa succede in concreto durante una psicoterapia?
In precedenza ho descritto lo svolgimento di una tipica consulenza psicologica e come questa rappresenta il primo passo per risolvere il problema.
Il passo successivo può essere la psicoterapia. Ogni terapia è unica così come lo è ogni persona. Tuttavia è possibile aspettarsi alcuni elementi in comune.
Le fasi iniziali
Le fasi iniziali di una terapia includono sovente l’acquisizione di nuove informazioni, dove il cliente impara a riconoscere i fattori che causano e mantengono il problema. Viene analizzato lo stile di attaccamento, quello di coping (come si reagisce di fronte allo stress) e di personalità. Si tratta di individuare inoltre i pensieri abituali, le emozioni dominanti, gli schemi interpersonali, le eventuali distorsioni cognitive che sono parte integrante delle difficoltà che quotidianamente vengono affrontate.
Fasi centrali
Vengono attivati una serie di strumenti e di tecniche per la riduzione sintomatica ma anche per un cambiamento più profondo. Molte di queste tecniche passano per una buona relazione terapeutica (strategie di problem solving – ristrutturazione cognitiva – tecniche comportamentali – tecniche espositive – potenziamento metacognitivo – mindfulness). Vengono verificati periodicamente i risultati così da correggere il tiro terapeutico.
Fasi terminali
Viene progettato e favorito uno stile di vita maggiormente improntato alla salute psicofisica, ristrutturando per quanto possibile il contesto di vita del cliente. Vengono impiegati strumenti e tecniche per la prevenzione delle eventuali ricadute. Vengono concordate visite di controllo dopo 3 o 6 mesi.
Se desideri ricevere informazioni aggiuntive contattami utilizzando il modulo in fondo alla pagina.
Sostegno psicologico
Il sostegno psicologico è un tipo di prestazione utile in tutti quei casi in cui si sospetta una sofferenza di tipo transitorio (ad es. lutto, fine di una relazione, difficoltà di adattamento, eventi stressanti, decisioni critiche).
Solitamente ha una breve durata (3 – 5 incontri), non prevede l’utilizzo di tecniche terapeutiche avanzate ma si avvale di semplici strumenti che possono alleviare il dolore psicologico e favorire una consapevolezza maggiore del problema.
Nella pagina Benessere Quotidiano ho messo a disposizione (gratuitamente) alcune delle tecniche e degli esercizi che solitamente vengono proposti dagli psicologi durante le sedute di sostegno psicologico.
Il sostegno psicologico è uno di quei servizi usufruibili anche online.
Diagnosi psicologica e testing psicologico
La diagnosi psicologica è una mappatura del funzionamento psichico di un soggetto. Si tratta di tradurre in termini narrativi e statistici il funzionamento mentale.
Non si tratta di dire se una persona è sana o malata
Molto spesso il paziente affronta il processo di diagnosi psicologica sentendosi quasi una cavia da laboratorio e ciò impedisce di sfruttarne le potenzialità. Il procedimento diagnostico che utilizzo da anni è particolarmente collaborativo; in più i test non vengono considerati come infallibili fonti di “verità” e il cliente partecipa attivamente con la sua esperienza.
La diagnosi psicologica inoltre svolge una funzione normalizzante e rassicurante
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Molti pazienti arrivano in seduta in uno stato di emergenza emotiva. Scoprire che quegli “strani sintomi” sono in realtà molto ben conosciuti, che la condizione per la quale stanno soffrendo è in realtà abbastanza comune e capita anche ad altri, e infine sapere come si può intervenire, produce sempre un effetto di profondo benessere.
Diagnosi vecchia maniera? No grazie!
Assieme a molti altri colleghi, ritengo assolutamente inutile se non proprio scorretta la vecchia usanza degli psicologi di utilizzare la psicodiagnosi senza poi darne un resoconto approfondito e partecipato al cliente. Addirittura, per molti anni, la regola è stata quella di non diffondere i risultati, in maniera voluta, che dovevano restare nascosti per il “bene” del cliente.
Per fortuna oggi sappiamo che uno dei maggiori fattori terapeutici sta proprio in una solida e stretta alleanza psicologo-paziente. Sono molti gli studi che lo hanno dimostrato con certezza. E si capisce il perché.
Immaginate la situazione seguente in cui psicologo e paziente si trovano a discutere dei risultati dei test effettuati in precedenza:
…un conto sarà dire “Il risultato dei test è che lei soffre di un disturbo da attacchi di panico e depressione”…
…ma completamente diverso sarà “guardi le sue risposte… lei ha evidenziato che l’ansia che prova nell’ultimo periodo le impedisce di fare certe esperienze in maniera tranquilla e rilassata. Emerge anche che il suo umore ne sta risentendo; può dipendere dal fatto che ultimamente si sente meno capace di affrontare le cose?”
Le stesse informazioni possono essere utilizzate con risultati molto diversi per il paziente. Questo è molto importante. Coinvolgere il cliente in questo modo è un po’ come lavorare dallo “stesso lato” della scrivania.
I test psicologici
I test psicologici sono strumenti di misurazione che permettono di analizzare le differenze tra le reazioni psichiche di più soggetti, oppure le reazioni psichiche dello stesso soggetto in momenti differenti (ad esempio per controllare gli effetti di una psicoterapia).
Perché funzioni, ogni test deve possedere specifiche caratteristiche, in modo che le misurazioni ottenute mediante il suo utilizzo, siano obiettive, attendibili e utili. Per questa ragione, ogni test psicologico che si rispetti ha alle spalle numerose pagine (a volte diverse centinaia) di norme statistiche e dati di ricerca che ne garantiscono la validità e l’attendibilità.
Esistono migliaia di test psicologici. Per fare un po’ di chiarezza, possiamo dividerli in due grandi gruppi:
1. Test di rendimento
- Test di intelligenza
- Test clinico-diagnostici
2. Test di personalità
- Test obiettivi di personalità
- Test proiettivi
1. I test di rendimento consistono in una selezione di prove a difficoltà crescente e consentono di valutare il livello di determinate funzioni psichiche o di determinate attitudini. Vengono utilizzati per diversi scopi: per stimare le capacità cognitive di un soggetto, la presenza di particolari abilità o deficit, per predire la capacità di svolgere determinate mansioni, o per valutare la presenza di danni neuropsicologici.
Rientrano nei test di rendimento i cosiddetti test di intelligenza (Weschler-Bellevue W.A.I.S. – W.I.S.C. per la misurazione delle facoltà cognitive in adulti e bambini), che oltre alla determinazione del quoziente intellettuale, misurano il livello di comprensione, il linguaggio, l’attenzione, la memoria visiva e semantica, l’abilità psicomotoria, il ragionamento logico, la capacità di formare concetti.
I test clinico-diagnostici consentono, in caso di disfunzioni, di stabilire se esse sono di tipo funzionale oppure organico, congenite oppure acquisite, ad esempio a seguito a un trauma. Tra gli strumenti più utilizzati di questa categoria, il Bender Visual Motor Gestal Test e le Matrici Progressive di Raven.
2. I test di personalità invece, sono utilizzati per descrivere le diverse componenti della personalità di un soggetto. Si tratta di un compito difficile. La personalità è una grandezza psicologica complessa: deriva da un insieme di fattori genetici e neuroormonali, culturali, relativi all’apprendimento, alle relazioni affettive, alle componenti emotive, percettive e motivazionali.
L’insieme delle varie componenti rilevabili mediante i test da origine al profilo di personalità di un soggetto, che è unico per ogni persona, proprio come le impronte digitali.
I test che analizzano la personalità si distinguono in test obiettivi e proiettivi. I primi sono altamente standardizzati, in maniera simile ai test di rendimento, e in genere confrontano le risposte di un soggetto con un campione di riferimento. Possono concentrarsi sulle caratteristiche strutturali della personalità, ossia da quali elementi è composta e come essi entrano in gioco tra loro determinando il funzionamento e il comportamento del soggetto (MMI2 – 16 PF Catell – Eysenk Personality Inventory), oppure qualificare la sintomatologia clinica (quali sintomi ci sono e quanto sono intensi). Questi ultimi strumenti, forse i più numerosi in assoluto, vengono detti RS (Rating Scales – Scale di Valutazione).
I test proiettivi sono forse quelli che più catturano l’immaginario delle persone, sia per la suggestività di alcune procedure che la somministrazione impone, sia per la loro effettiva capacità di ottenere dati estremamente utili a partire da strumenti che in alcuni casi sono davvero molto semplici.
Il termine proiezione si riferisce alla manovra psicologica che si compie quando per organizzare le prorpie esperienze, si proietta su uno stimolo non struturato, ossia che non significa nulla in particolare, la struttura della propria personalità.
Rientrano nella categoria il celebre test di Rorschach, il test di Wartegg, il TAT (Thematic Apperception Test), con la versione CAT (Children Apperception Test) rivolta ai bambini, i test carta e matita (Test dell’albero di Koch, Test della Figura Umana di Machover, test della Famiglia), il metodo delle Favole della Duss e molti altri.