L’ostilità, l’aggressività e la cattiva comunicazione tra genitori infelici può danneggiare i figli in molti modi diversi.
Come un albero è influenzato dalla qualità dell’aria, dal clima e dalla disponibilità di acqua, così il benessere di un bambino dipende dalla qualità dei rapporti intimi che lo circondano.
L’ambiente emotivo “nutre” i bambini
I bambini crescono immersi in un “ambiente emotivo” che dipende per gran parte dal benessere dei genitori. Se non si è “a posto” emotivamente non si può svolgere bene il mestiere di genitore.
In quelle famiglie dove si litiga e si urla un giorno si e l’altro no, sarebbe come piantare il nostro albero al centro di un vulcano; in quelle famiglie dove ci si ignora reciprocamente è come piantare un seme nel deserto.
Gli infelicemente sposati sono in grado di causare vissuti di confusione, paura e tristezza nei loro figli. Però, dal momento che i conflitti sono eventi normali all’interno della coppia, dobbiamo credere che tutti i bambini corrono dei rischi? Bisognerebbe sforzarsi di non discutere mai fingendo che va tutto bene?
Ovviamente no! Non è il conflitto in sé a nuocere ma il modo che gli adulti hanno di affrontarlo.
Una ricerca longitudinale durata più di 70 anni ha permesso di stabilire che i figli di genitori divorziati (a loro volta diventati adulti) erano deceduti 4 anni prima rispetto a coloro che all’epoca avevano avuto genitori felicemente sposati; questa importante ricerca ha permesso di stabilire che il divorzio dei genitori è un evento così fondamentale che consente di prevedere la morte prematura dei figli(1).
Cosa può succedere?
Vediamo, punto per punto, quali sono gli effetti dannosi del “cattivo” ambiente emotivo che viene a crearsi a causa di separazioni, liti e divorzi:
- I bambini che crescono in un ambiente familiare dominato dal conflitto hanno ripercussioni sullo sviluppo del sistema nervoso autonomo. Anche se i bambini molto piccoli non capiscono il contenuto della lite, sanno che qualcosa non va e reagiscono con l’agitazione e il pianto; la reazione di allerta modifica il battito cardiaco e la pressione sanguigna, richiedendo al bambino uno sforzo per ripristinare la condizione di funzionamento base. Un ambiente fortemente instabile costringe il sistema nervoso del bambino a colmare le carenze ambientali per poter ripristinare uno stato di quiete, ossia a svolgere un carico di lavoro extra che può modificare per sempre le soglie di reattività agli stimoli ambientali; questo può incidere fortemente sulla capacità futura di recuperare dallo stress.
- I bambini allevati in famiglie con coniugi che si attaccano e si disprezzano hanno più problemi di salute e soffrono di più per malattie come tosse e raffreddore. Nelle urine di questi bambini sono stati trovati alti tassi di catecolamine, gli ormoni anti stress che testimoniano che il loro equilibro psico-fisico è alterato.
- Nelle famiglie in cui è il marito a distaccarsi e allontanarsi dalla famiglia è più probabile che nei figli si sviluppino problemi di “interiorizzazione” (i bambini diventano ansiosi, depressi e introversi). Al contrario, nei conflitti coniugali dove prevale l’ostilità e il disprezzo tra i coniugi, i bambini sono esposti al rischio di sviluppare problemi della condotta (aggressività, comportamenti distruttivi e oppositivi). Questo dato deve far riflettere sul vecchio adagio che recita che a volte è meglio tenere in piedi un matrimonio ad ogni costo “per il bene dei figli”.
- I bambini disturbati dai conflitti dei genitori sono svantaggiati nel contesto scolastico e ottengono risultati peggiori. La capacità di mantenere i parametri fisiologici entro certi limiti è direttamente connessa con la capacità di gestire le emozioni. Una emotività “sotto controllo” (cioè non sentirsi troppo arrabbiati per poter pensare – non sentirsi troppo impauriti per affrontare le cose) è indispensabile per focalizzare l’attenzione, per concentrarsi e per apprendere. “A volte i bambini sono così turbati e preoccupati dai drammi che esplodono nelle loro famiglie da non riuscire a concentrarsi nemmeno sulle tabelline”(2). Molti bambini, ma anche adolescenti, non vanno male a scuola perché poco intelligenti, ma perché emotivamente impediti.
- E’ stato dimostrato che i bambini con genitori che hanno matrimoni difficili giocano più per proprio conto e hanno minori capacità di relazionarsi ai coetanei; questi bambini possono manifestare più facilmente condotte aggressive ed essere rifiutati dai compagni per questo. Fanno più fatica a gestire le emozioni, a concentrarsi e a calmarsi quando si arrabbiano. Quando sono più grandi, amicizie pericolose e compagnie devianti diventano più probabili perché i genitori, troppo distratti dai loro problemi, hanno meno tempo e attenzioni da dedicargli.
- Le liti e le dispute he portano al divorzio lasciano i genitori così stanchi, irritati o depressi da dover per forza di cose trascurare la disciplina dei figli. In più le madri, a cui più spesso vengono affidati i figli, per qualche tempo dopo il divorzio “si comportano in maniera anomala, sono fredde, non comunicano con i figli e li puniscono in maniera incoerente” (3). Così, piuttosto che consolarsi o sostenersi a vicenda, la coppia bambino-genitore può essere incapace di superare quei problemi che prima del divorzio erano alla loro portata.
- I genitori coinvolti in matrimoni stressanti forniscono ai loro figli un modello di comportamento dove essi imparano “che l’ostilità è una risposta appropriata e che le persone aggressive ottengono quello che vogliono”(4). Privi di un modello di comportamento interno dove i problemi possono essere risolti in maniera collaborativa, i figli che osservano padri e madri aggressivi e sprezzanti manifestano facilmente gli stessi comportamenti da adulti.
Per concludere…
Il conflitto, la rabbia e l’ostilità sono componenti normali in tutte le famiglie: sforzarsi di seppellire tutte le divergenze per il bene dei figli, non è affatto una buona idea e potrebbe persino avere effetti contrari.
Al contrario, è stato dimostrato che le coppie che sanno esprimere apertamente divergenze ed emozioni negative, che sanno dimostrare di volere veramente trovare una soluzione ai problemi, non solo preservano la durata del loro matrimonio, ma forniscono ai figli un modello di comportamento che li aiuterà in futuro a gestire le fasi più difficili della vita.
Ma ovviamente è più facile a dire che a farsi. Nei prossimi articoli approfondiremo come.
Mauro Bruni© – Tutti i diritti riservati
Fonti
(1)H.S. Friedman et al. (1995). Psychosocial and behavioral predictors of longevity. American Psychologist, vol.50 pp. 69-78.
(2)Dafoe B.W. (1993). Dan Quayle was rigth. The Atlantic Monthly.
(3)Hetherington E.M. (1992). Coping With marital transition: afamily system perspective. Monographs of the society for research in child development, vol 57, p.6
(4)Gottman j. Intelligenza emotiva per un figlio. p.207. BUR 2015.