In questa pagina trovi delle pratiche indicazioni che ti aiuteranno a:
- Distinguere i diversi tipi di pianto del bambino
- Interpretare il linguaggio corporeo del neonato
- Superare l’ansia dell’allattamento al seno
Interpreatre correttamente i segnali del bambino e soddisfare ogni sua richiesta è di fondamentale importanza. Nonostante la maggioranza dei genitori riesca abbastanza bene in questo compito, succede qualcosa a cui non si è mai del tutto preparati: il bambino piange.
Molti neo genitori associano immediatamente il pianto del bambino alla loro incapacità. Non è assolutamente così.
Pensieri come questi possono creare ansia e incertezza; ai primi segnali si può pensare di dover “riparare” a qualche mancanza bloccando immediatamente ogni espressione del bambino, attaccandolo al seno o cullandolo senza capire davvero cosa sta succedendo. E’ davvero tra le reazioni più comuni.
Uno dei favori più grandi che possiamo fare ad un neonato consiste nell’accettare che il pianto è il suo linguaggio naturale e che, come genitori, non c’è niente di male a non sapere fare qualcosa.
Invece che correre immediatamente da lui e prenderlo in braccio, immaginando che sia in difficoltà o stia soffrendo, provate a fare questo:
- Fermatevi – Ricordate che il pianto è il suo linguaggio.
- Ascoltate – Cosa significa quel pianto in particolare? Che cosa sta cercando di dirvi?
- Osservate – Che cosa sta facendo? Che succede intorno a lui?
In questo modo lo aiuterete a sviluppare la sua voce: che cosa succede se in risposta al pianto del bambino una mamma lo attacca sempre e comunque al seno o gli mette il ciuccio in bocca?
Semplicemente, gli toglie la possibilità di “parlare”. Lo rende muto e senza volerlo lo abitua a non chiedere aiuto.
Se il pianto del neonato viene costantemente ignorato o se la risposta è sempre la stessa (ad es. cibo), questi imparerà che il modo in cui piange non è importante; ben presto si arrenderà e smetterà di comunicare con noi.
Inoltre lo aiuterete a calmarsi da solo: lasciar piangere un bambino finché non si addormenta da solo è crudele e sbagliato. Però, se interpretate correttamente un pianto da “stanchezza” potreste ad esempio diminuire il rumore o fare un pò di oscurità nella stanza, permettendogli di “fare da solo”; se invece ci precipitiamo da lui ad ogni piccolo segnale, presto perderà questa capacità.
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Distinguere i diversi tipi di pianto
ASCOLTA | OSSERVA | CAUSA | ALTRE CONSIDERAZIONI |
Comincia come nervosismo e insofferenza, poi si trasforma in pianto: prima tre lamenti, poi un forte pianto, seguono due brevi respiri e un altro pianto più lungo e sonoro. | Sbatte le palpebre, sbadiglia. Se non viene messo a letto, inarca la schiena, scalcia e muove le braccia. Si afferra le orecchie e le guance e si graffia la faccia. Se lo tenete in braccio si dimena e cerca di girarsi. Se continua a piangere il viso diventa rosso. | STANCHEZZA | E’ il pianto più frainteso di tutti, viene preso per fame. Fate attenzione al momento in cui comincia: può succedere dopo il gioco o dopo che qualcuno lo ha intrattenuto con versetti ecc.
Il contorcersi del corpo viene preso per coliche. |
Pianto lungo e forte, simile a quello per stanchezza. | Agita braccia e gambe, sposta la testa dalla luce; si allontana da chiunque cerchi di giocare con lui. | ECCESSO DI STIMOLI | Di solito insorge quando il bimbo ha giocato abbastanza e gli adulti insistono nel farlo divertire. |
Irritazione che inizia con suoni di fastidio, piuttosto che con un pianto vero e proprio. | Si ritrae dagli oggetti posti di fronte; gioca con le dita. | VUOLE UN CAMBIO DI AMBIENTE | Se mutando posizione al bimbo peggiora, potrebbe essere stanchezza: in questo caso ci vuole un pisolino. |
Urla acute inconfondibili, che cominciano senza preavviso; può trattenere il respiro tra un lamento e l’altro e poi ricominciare. | Tutto il corpo si irrigidisce. porta le ginocchia al petto, il volto è contratto in un espressione di dolore. La lingua si muove verso l’alto come quella di una piccola lucertola. | DOLORE/ARIA NELLA PANCIA | Tutti i neonati inghiottono aria, che aumenta i gas nella pancia. Durante il giorno sentirete un leggero rumore stridente e sussulti nella parte posteriore della gola: è l’aria che viene inghiottita. |
Leggero rumore simile alla tosse in gola; poi inizia il pianto, prima breve, poi con un ritmo più stabile. | Il bimbo inizia a succhiarsi le labbra e poi a “grufolare”: la lingua esce dalla bocca e la testa si muove di lato; porta i ugnetti alla bocca. | FAME | Il modo migliore per distinguere la fame è fare riferimento all’ora dell’ultimo pasto. |
Pianto forte con tremolio del labbro inferiore | Pelle d’oca, tremore, estremità fredde. La pelle può avere un colorito bluastro. | FREDDO | Può succedere dopo un bagnetto o mentre lo cambiate. |
Lamento nervoso simile a un respiro affannoso, prima basso per qualche minuto; se il bimbo viene lasciato solo diventa pianto. | E’ caldo e sudato; rosso in viso; fatica a respirare; potreste vedere puntini rossi sul viso e sul torso. | CALDO | E’ diverso dalla febbre per cui il pianto è più simile a quello di dolore; la pelle è secca, non fredda e umida (misurate la temperatura) |
Rumori tipo versetti si trasformano in piccoli “waa” come quelli di un gattino; il pianto sparisce se il bimbo viene preso in braccio. | Si guarda intorno cercandovi. | BISOGNO DI VICINANZA | Se lo capite subito, non è necessario prenderlo in braccio. Un colpetto sulla schiena e dolci paroline stimolano la sua autonomia. |
Piange dopo mangiato | Si agita. Rigurgita spesso. | HA MANGIATO TROPPO | Ciò si verifica spesso quando sonnolenza ed eccesso di stimoli vengono scambiati per fame. |
Si lamenta o piange mentre mangia | Si contorce e spinge; smette di poppare. L’intestino si muove. | DISTURBI INTESTINALI | Segnali che possono essere scambiati per fame; le mamme spesso pensano di “fare qualcosa che non va”. |
Capire il linguaggio del corpo del neonato
Oltre al suono del pianto, i bambini comunicano grazie alle espressioni del viso, ai gesti e alle posture del corpo. Tracy Hogg, la puericultrice più in gamba del mondo, ha stilato la seguente tabella “dalle mani ai piedi” per aiutare i genitori a “leggere” il linguaggio non verbale del bambino.
LINGUAGGIO CORPOREO | SIGNIFICATO |
Testa
– Si muove da parte a parte. – Si allontana dagli oggetti. – Si gira di lato, il collo allungato indietro. – Se è in posizione verticale, ciondola come quando ci si addormenta in treno. |
– E’ stanco. – Vuole cambiare scenario. – Ha fame – E’ stanco |
Occhi
– Arrossati, iniettati di sangue. – Si chiudono lentamente per poi riaprirsi di colpo. – “Sguardo spiritato”, occhi spalancati, palpebre che non si chiudono, come se fossero tenute aperte con gli stuzzicadenti
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– E’ stanco. – E’ stanco. – E’ troppo stanco o troppo stimolato. |
Bocca/labbra/lingua
– Sbadiglia. – Labbra icrespate/contratte. – Sembra voler urlare ma non emette suoni; alla fine un sussulto precede un lamento udibile.
– Il labbro inferiore trema. – Si succhia la lingua. – Arriccia la lingua sui lati.
– Arriccia la lingua in avanti, come una piccola lucertola. |
– E’ stanco. – Ha fame. – Ha aria nella pancia.
– Ha freddo. – Modo per calmarsi (spesso preso per fame). – Ha fame: è la classica espressione “grufolante”. – Ha aria nella pancia o altro tipo di dolore. |
Viso
– Fa smorfie; spesso sembra accartocciato; se messo giù può iniziare ad ansimare, roteare gli occhi e a fare un’espressione che somiglia a un sorriso. – Arrossato; le vene sulle tempie possono divenire visibili.
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– Ha aria nella pancia, movimenti intestinali o altro tipo di dolore. – Ha pianto troppo a lungo, trattenendo il respiro. |
Mani/braccia
– Si porta le mani alla bocca, cercando di succhiarle.
– Gioca con le dita
– Si muovono qua e la in modo molto scoordinato, magari cercando di afferrare la pelle. – Le braccia si agitano, leggero tremito. |
– Se non ha mangiato per 2 ore e ½, 3 ore è fame; altrimenti ha solo voglia di succhiare. – Ha bisogno di cambiare ambiente.
– E’ troppo stanco, oppure ha aria nella pancia. – Ha aria nella pancia o altro tipo di dolore. |
Busto
– Si inarca all’indietro, cercando il seno o il biberon. – Si contorce, muovendo il sedere.
– Si irrigidisce.
– Trema |
– Ha fame. – Ha il pannolino bagnato o ha freddo.
– Ha aria nella pancia o altro tipo di dolore.
– Ha freddo. |
Pelle
– Umidiccia, sudata.
– Estremità bluastre.
– Leggera pelle d’oca. |
– E’ surriscaldato; o ha pianto a lungo. – Ha freddo, o ha dolore, o ha pianto troppo a lungo: mentre il corpo espelle sudore, il sangue confluisce alle estremità. – Ha freddo. |
Gambe
– Scalciano forte e in modo scoordinato – Vengono portate al torace. |
– E’ stanco. – Ha aria nella pancia o altro tipo di dolore addominale. |
Reagire all’ansia dell’allattamento
L’allattamento al seno è uno di quegli argomenti su cui esiste una vera e propria letteratura. Nonostante sia difficile immaginare un’attività più naturale, le prime poppate sono in grado di suscitare parecchie ansie nelle madri.
Allattare al seno non è solo nutrizione, ma il momento in cui la relazione madre-bambino prende forma.
Non tutti sanno che il sistema neurologico dei bambini, a differenza degli altri mammiferi, è fatto in maniera da organizzare una suzione del latte materno a raffica, ossia con pause e riavii di attività.
Le madri di tutto il mondo imparano presto a stimolare i propri piccoli durante queste interruzioni, in modo da far riprendere il bambino a succhiare; questi sono in realtà i primi scambi sociali del bambino, le prime protoconversazioni fatte di ruoli e turni che gratificano la madre e contribuiscono allo sviluppo della personalità del bambino.
Spesso la sessione di allattamento non va come vorremmo: la difficoltà più grossa che si riscontra nelle madri è quella di riconoscere che oltre ai fattori fisici, quelli psicologici influenzano altrettanto la poppata del bambino.
COSA SUCCEDE | PERCHE’ | COSA FARE |
Il bambino si dimena spesso mentre mangia. | Nei neonati sotto i 4 mesi potrebbe essere la spia della necessità di defecare: non è possibile farlo mentre si succhia! | Staccatelo dal seno, sdraiatelo in grembo, lasciate che si liberi l’intestino e poi ricominciate ad allattarlo. |
Il bambino spesso si addormenta durante la poppata. | Potrebbe essere un eccesso di ossitocina. | Provate con un movimento circolare del pollice e grattate leggermente il palmo della manina; grattategli la schiena o fate “camminare” le vostre dita sulla spina dorsale. Non fate il solletico ai piedi come suggeriscono alcuni: è sbagliato.
Chiedetevi anche se aveva veramente fame quando lo avete attaccato al seno. |
Il bambino si attacca e si stacca dal seno. | Potrebbe essere impazienza per il flusso lento. Se contrae anche le gambe potrebbe essere aria nella pancia. Oppure potrebbe non avere fame. | Se ciò si ripete è probabile che abbiate un flusso lento (se il bambino è impaziente lo sentirete dare degli strattoni). Aiutatevi utilizzando prima un “tiralatte”.
Se si tratta di aria nella pancia, ho illustrato una procedura che vi aiuterà a risolvere il problema. Se nessuno di questi metodi funziona potrebbe non avere fame. |
Il bambino sembra aver dimenticato come attaccarsi al seno. | Tutti i bambini, specie i maschi, ogni tanto “dimenticano” l’obiettivo. Può anche voler dire che il piccolo è molto affamato. | Mettetegli in bocca il mignolino per qualche secondo, per dargli un obiettivo e ricordargli come si succhia. Poi riattaccatelo al seno. Se è molto affamato e voi sapete di avere un flusso lento, usate un tiralatte prima della poppata. |
Il bambino si attacca, si stacca, piange, è incostante. | Potrebbe esserci troppa tensione emotiva: la madre potrebbe essere agitata, avere i muscoli tesi, offrire un sostegno “scomodo” o una posizione sbagliata.
Se il bambino ha un temperamento “difficile”, se è scontroso, le prime poppate “fallite” possono creare allarme nella madre che può aspettare il fatidico momento dell’alimentazione con ansia e incertezza che si riflettono nel comportamento. |
Interrompete e passate il bambino al vostro partner; riprovate dopo esservi distese o avere fatto qualche esercizio di respirazione o di rilassamento muscolare.
Se il bambino è sensibile e si innervosisce presto, limitate le variazioni: non iniziate a dargli da mangiare in una posizione per poi cambiarla. Non parlate a voce alta, non trasferitevi in un’altra stanza durante la poppata.
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